Rispetti il benessere professionale degli altri?

Ieri sera, ore 20:00, mi era venuta un’idea e stavo per scrivere ad una mia collega, ma fortunatamente mi sono bloccata. Mi sono chiesta: “come posso sponsorizzare il benessere sul lavoro se sono la prima ad infrangere le regole?” Non era neanche un’emergenza, solo un pensiero per prepararci a una presentazione. Mi sono chiesta quante volte l’ho fatto senza pensarci… e mi sono risposta purtroppo “tante”. Allora quante volte ho violato le regole del benessere sul lavoro o il rispetto per il tempo libero dei miei colleghi?

Oggi come ci possiamo immaginare il “benessere sul lavoro” così da stare attenta nel futuro?

Intanto la premessa è che ogni percezione è diversa, per esempio, per me il benessere è un insieme di fattori, ma le più importanti sono: avere e ricevere fiducia, lavorare con persone mature emotivamente e affrontare delle sfide che poi danno soddisfazione.

Lavorare di sera ogni tanto, non è qualcosa che mi pesa, invece per molti altri in questo momento la divisione tra la vita lavorativa e privata sta diventando uno dei fattori più importanti, insieme alla percezione del rispetto che i colleghi e responsabili danno a quell’equilibrio.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), “si definisce luogo di lavoro sano quello in cui lavoratori e dirigenti, sulla base dei bisogni evidenziati, collaborano attivamente nell’ambito di un processo di continuo miglioramento per tutelare e promuovere la salute, la sicurezza e il benessere di tutti i lavoratori nonché la sostenibilità dell’azienda”.

In verità stiamo venendo fuori da una vera emergenza e la sensazione è quella di aver lavorato per “emergenze” negli ultimi anni, sacrificando quell’equilibrio pur di andare avanti e pur di continuare a lavorare, ma il prezzo è stato alto e ora c’è poca tolleranza, la soglia si è abbassata. Anche un messaggio whatsapp può dare fastidio o una mail mandata nel weekend.

Secondo il sondaggio Ipsos infatti: stress, burnout e ansia sono i principali rischi per il benessere dei dipendenti che incidono sulla performance aziendale. Un dato allarmante è che in tutti i paesi l’equilibrio tra lavoro e vita privata è al primo posto nei problemi che riscontrano i lavoratori, seguito fino alla quarta posizione da altri che riguardano sempre il benessere psicologico. Solo dopo arrivano problemi legati a temi economici.

E BVA Doxa conferma: per più della metà (51%) dei lavoratori e delle lavoratrici, le responsabilità e gli impegni di lavoro interferiscono con la vita privata e percepiscono la difficoltà a definire confini netti tra vita e lavoro.

I dati sono sempre più allarmanti e io stavo per scrivere alla mia collega alle 20:00.

A volte non siamo consapevoli del potere che abbiamo nel nostro piccolo, come sostiene un mio caro amico e bravo manager “The power of one”. Come possiamo dare il buon esempio e cambiare qualcosa nel nostro quotidiano?

Si può sempre partire dai comportamenti, per esempio: invece di pensare che un’informazione ci possa sfuggire, lo possiamo appuntare, possiamo anche riflettere se è un ‘emergenza o meno. In più possiamo pensare alla persona in questione e a come potrebbe percepire un nostro email o messaggio in quell’istante.

Invece di parlare di “work/life balance” sarebbe interessante iniziare a parlare del rispetto del tempo ed equilibrio dell’alto.

Quello che vedo non è la voglia di un equilibrio uguale per tutti, ma il desiderio di essere rispettati come individui e non essere visti come pedine.

Se vogliamo cambiare qualcosa dobbiamo essere un esempio e soffrire un po’ all’inizio, magari ci sembrerà di essere meno produttivi, ma tutti gli studi dimostrano una forte correlazione tra benessere e produttività, e se siamo sempre in emergenza c’è qualcosa che non va, è un campanello d’allarme importante. Basti pensare che, secondo uno studio di MIT e Harvard, quando i dipendenti sono felici la loro produttività aumenta del 31% e la creatività del 55%. Inoltre, questi sono meno soggetti ad ammalarsi e assentarsi.

Se non diamo un segnale importante di rispetto, allora il benessere percepito potrebbe scendere e quindi anche la produttività a lungo termine.

Vi lascio qualche domanda, perché la consapevolezza ci salverà 🙂 


1- Rispetto l’equilibrio vita/lavoro degli altri? 

2- Rispetto la mia?

3- Mi sento sempre sotto urgenza?

4- Voglio essere un buon esempio? 

5- Cosa dovrei cambiare da domani per esserlo? 


Credo nel concetto del “rispettare l’equilibrio individuale” come fondamentale in questo 2022, voi cosa ne pensate?

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