Il sostegno emotivo a lavoro

3 buone abitudini

Possiamo solo gestire quello che non possiamo cambiare, e possiamo sempre partire dalla gestione dei nostri modelli comportamentali. 

In questo periodo è sempre più importante capire quale sostegno emotivo possiamo dare, non solo nella nostra vita privata ma anche sul lavoro, sarebbe importante capire come possiamo essere utili per il sostegno dei nostri collaboratori, le aziende per cui lavoriamo e per i nostri responsabili. 

Non si tratta di essere “troppo buoni” ma impegnare le proprie energie mentali in un’attività che porterà beneficio a entrambe le parti. Vediamo 3 piccoli gesti e abitudini che tutti noi possiamo attuare nel prossimo periodo. 

1- Ascoltare la risposta

Prendersi 5 minuti per interessarci davvero a come sta il nostro collaboratore, azienda o responsabile. Ormai chiediamo “come stai?” in modo automatico e polite, già fare una domanda più specifica può aiutare, ma la cosa più importante sarebbe quello di ascoltare davvero la risposta, senza cambiare subito discorso. Sentire che qualcuno a noi è attento anche da lontano è importante. Possiamo anche chiedere come va l’azienda, investiamo il nostro tempo anche per pensare a come aiutare tutta la barca, non solo la nostra postazione. 

2- Gestione dei confronti

In momenti difficili i confronti possono essere più frequenti e intensi, come creare supporto emotivo anche durante i confronti quotidiani? Come gestiamo la nostra emotività durante quando non siamo d’accordo? Ci possono essere incomprensioni e oggi il fatto di parlane a quattr’occhi non è più qualcosa di così fattibile. Una buona pratica che possiamo mettere in atto è quello di non aspettare il momento perfetto, perché il momento perfetto per un confronto non esiste e si tenderà a procrastinare il momento. Durante il confronto teniamo in mente che stiamo cercando una soluzione che porti beneficio all’azienda o progetto, la grande sfida è lasciar andare l’obiettivo di convincere l’altro a pensarla come noi, ma mettere in campo tutta la nostra empatia per capire le motivazioni dell’altro.

3- Lead by example

Se alla fine non possiamo cambiare gli altri, possiamo sempre lavorare su noi stessi. Essere un esempio è sempre una buona idea, anche da remoto. Il nostro comportamento influirà sugli altri. Provare a comportarci come vorremmo gli altri si comportassero con noi sul lavoro, questo ci aiuterà a creare una direzione senza direttive ma con l’esempio, sarà più faticoso ma i risultati si potranno vedere a lungo termine e arriveranno in modo organico e autentico.

Alla fine con pochi semplici strumenti possiamo attuare un maggiore sostegno emotivo sul lavoro, sono chiaramente dei piccoli passi che possono portare ad una maggiore consapevolezza riguardo al modo di gestire i nostri modelli comportamentali.

Ti lascio con una domanda: Quale sarebbe il sostegno che vorresti dagli altri e quale sarebbe il tuo modello ideale da mettere in atto da domani?

Buon lavoro

KGC

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